*
Tutto è sospeso. I tratti sono imprecisi
la pianta inesatta. Prendimi per mano
non riesco a stare in piedi, mi accascio
a ogni circostanza. Volto la bocca
ovunque il cibo non la possa raggiungere
Calo il pensiero dagli occhi, come lacrime
e mi addormento al vento con le braccia incrociate
Tormento i gomiti, le spalle, la vista appannata
sulla pianura. Vastamente osservo
un mistero semplice. Risolvibile. L’oblio
è un viale di cipressi interminabile
un castello acceso di fessure inaccessibili
*
Come pensare a lui, scrivere di lui
tra palline di lana di diversi colori
così distratta dal loro calpestio sulle mani
con il peso solenne di una corona
a ricordarmi quello che è vietato dire
anche qui, chiusa a chiave nella mia solitudine
Mi annullo tutta, esternamente e internamente
non riesco neppure a chiamarmi per nome
dimentico i giorni, i minuti necessari
a rincorrere la fretta a passo d’infinito
Vienimi incontro squillando trombe
battendo tamburi, sventolando
un grande calendario con tutti i giorni
segnati in rosso, dicendo: è tutto vero
hai ancora il tempo per stare con me
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)